VISITA BASILICA DI SAN SISTO

VISITA GUIDATA ALLA BASILICA DI SAN SISTO  15/03/2014

Il secondo appuntamento culturale, volto a scoprire le bellezze artistiche delle nostre chiese, ha portato un gruppo di amici MdL  a partecipare alla visita guidata alla basilica di San Sisto, uno dei monumenti più celebri della nostra città.

Le origini della basilica sono antiche e risalgono all’imperatrice Angilberga d’Alsazia, moglie di Lodovico II il Pio, che la fondò nell’876. L’imperatrice fece costruire anche l’annesso monastero benedettino femminile, del quale divenne ella stessa badessa nell’882. Angilberga donò alla chiesa  un importante patrimonio territoriale e per questo motivo fu disputa di diversi ordini monastici fino al 1425, quando vi si stabilirono i monaci benedettini dell’ordine Cassinese provenienti da Polirone presso Mantova.

Alla fine del XV° secolo la chiesa fu abbattuta per poter  erigere un nuovo tempio, progettato dall’architetto Alessio Tramello e realizzato tra il 1499 e il 1511. Il convento venne sopresso durante il periodo napoleonico e ancora oggi è purtroppo adibito a caserma. Alla basilica, pregevole esempio di architettura rinascimentale, si accede da un portale del 1622 che immette direttamente nel chiostro triportico della seconda metà del cinquecento. Lo spazio è scandito dalle colonne di granito grigio, con capitelli ionici, su cui si impostano 21 arcate. Oltre a questo cortile ve ne sono altri due, uno utilizzato dalla parrocchia, l’altro all’interno della caserma del Genio Pontieri. La facciata della basilica completata nel 1591, rimaneggiata più volte e restaurata nel 1968, è articolata da semicolonne e lesene sormontate da obelischi e nicchie in cui sono alloggiate le statue dei Santi Sisto, Benedetto, Germano e i busti di Santa Barbara e Santa Martina. L’interno della basilica è a tre navate a croce latina, decorato da motivi vegetali e figure allegoriche, opera di Bernardo Zacchetti ( artista che prestò la sua collaborazione a Michelangelo nell’affrescare la volta della cappella Sistina ). Caratteristica della basilica è l’avere due transetti, uno all’ingresso, con ai lati due cappelle a forma di tempietti e l’altro, il principale, nella zona presbiteriale con ai lati due absidi che ospitano l’una, il mausoleo funebre di Margherita d’Austria, della quale si deve la costruzione di Palazzo Farnese e l’altra la cappella monumento di Santa Barbara, ava di Angilberga.

La basilica è ricca di pregevoli dipinti, opera di artisti quali: Procaccini, Palma il giovane, Campi Vincenzo e Antonio, Sebastiano Novelli e Pittoni. Purtroppo l’opera indiscutibilmente di maggior pregio, uno dei capolavori rinascimentali tra i più famosi al mondo: ‘’ La Madonna Sistina ‘’ del grande Raffaello, commissionata per la basilica da Papa Giulio Della Rovere, fu venduta dai monaci benedettini, oberati dai debiti, nel 1754 ad Augusto III° di Sassonia e attualmente è esposto  nella Pinacoteca di Dresda. In basilica, al suo posto, in una splendida e maestosa cornice barocca, opera di Giovanni Satti, fu posta, verso la metà del XVIII secolo una copia, opera di Pier Antonio Avanzini. Pregevole nel presbiterio l’organo costruito nel 1544 da Giovanni Battista Facchetti e l’altare maggiore opera di Giorgio Mazzocchi, ove si conservano in un’ urna di marmo nero, le reliquie di San Sisto. Sempre nel presbiterio ai piedi della Madonna Sistina vi è un preziosissimo coro ligneo, esempio di intaglio e intarsio a due ordini di stalli, opera di Gio Pietro Pambianco di Color no e di Bartolomeo da Busseto. L’iconografia di alcune tarsie ha permesso di ricostruire gli stretti rapporti tra architetti bramanteschi e intarsiatori padani.

Dal presbiterio si accede sia alla Sacrestia che alla cripta. La sacrestia a tre navate decorata con stucchi di Angelo Galassini è veramente notevole e sorprendente ( un’altra chiesa nella chiesa ), con mobili armadio ad incasso nelle pareti contenenti i paramenti sacri ed enormi basamenti sempre in legno pregiato dove venivano posati gli stessi, poi indossati dagli officianti  le funzioni liturgiche, mentre alla cripta si accede attraverso una ampia scala elicoidale. Se le dimensioni della sacrestia stupiscono per le dimensioni , la cripta è ancora più grande ( si, mi devo ripetere, un’altra chiesa nella chiesa ) , con un altro coro ligneo questa volta di arte povera e un altare con l’urna dei santi Fabiano e Sebastiano. Sulle pareti laterali a suo tempo risanate dall’umidità con intonaco, sono riaffiorate, da una indagine di restauro, alcune decorazioni da cui si intuisce che pure le altre siano affrescate.

Arrivederci alla prossima iniziativa      

 MdL Alfredo Ferranti